Il mondo è cambiato

è ora di cambiare prospettiva

Tutti noi ci siamo trovati, letteralmente da un giorno all’altro, davanti ad un cambiamento inatteso e non voluto e per tutti, nessuno escluso, questo ha comportato un nuovo peso da sostenere.

Ecco perché da quando siamo rimasti in casa per il coronavirus, ogni giorno ho scritto sul mio taccuino almeno un motivo per cui essere contenta: una cosa bella al giorno che posso fare, un’esperienza positiva, una nuova possibilità.

Perché non voglio concentrarmi sulle difficoltà che la nuova situazione sta comportando. Voglio stare alla finestra e osservare con curiosità come le persone affrontano il cambiamento, a iniziare da me

e non posso fare a meno di pensare che comunque, in questa situazione io sono tra le persone fortunate (e probabilmente lo siete anche voi che state leggendo, visto che come me, avete una casa e una vita familiare serena)

Delle “cose belle” che ho scritto, ne ho scelte dieci da regalarvi:

posso finire il romanzo che ho sul comodino

posso fare colazione insieme alle persone che amo, tutte le mattine

posso cantare con gli amici, intorno ad una chitarra, ognuno a casa propria

posso telefonare alle persone della mia vita in orari insoliti

posso lavorare stando sul mio balcone fiorito

posso fare qualcosa per gli altri

posso pulire la mia casa con cura e poco per volta

posso prendermi cura della mia pelle

posso farmi una maratona di film

posso riparare la collana che mi si è rotta mesi fa

Riflessione numero uno:

Il mondo è cambiato

Il primo giorno di quest’anno ho scritto questo post per farvi sapere che qualcosa stava cambiando nella mia vita professionale e che, di riflesso, avrei lasciato indietro delle cose, tra cui l’appuntamento settimanale con voi che leggete il mio blog <3

La sfida che ho deciso di intraprendere meritava e merita tanto del mio tempo e delle mie energie

Ma il blog mi manca e sapevo che sarebbe successo, quindi mi ero preparata una scaletta di argomenti di cui scrivere, prevedendo di uscire con un post ogni tre mesi, a partire da marzo.

Come ormai sapete, tutti gli anni, a Marzo APOI promuove la Settimana dell’Organizzazione; un appuntamento importante per me, perché dal 2015, quando è nata, ho sempre partecipato a tutte le edizioni con contenuti online e incontri dal vivo.

Marzo è arrivato ed è già abbondantemente alle spalle, la Settimana dell’Organizzazione, della quale avevo pensato di scrivervi, si è conclusa.

e intanto però è cambiato il mondo

non il mio piccolo mondo, quello delle mie scelte, delle mie priorità, delle mie scalette e dei post su questo blog

non il mio mondo, per quanto grande e importante e ricco sia per me

Il mondo è cambiato al punto che l’incontro dal vivo che avevo programmato per la Settimana dell’Organizzazione è saltato, ecco perché non ho potuto parlarvene qui.

È cambiato al punto che l’Italia, insieme al mondo intero, solo adesso vede un po’ di luce in fondo al tunnel, dopo aver contato i morti e ascoltato TG in edizione straordinaria con una frequenza allarmante.

Il cambiamento è nelle cose. Io non faccio che dirlo, è il mio pane da quando mi occupo di organizzazione personale, eppure.

Eppure, chi se lo aspettava, tra noi comuni mortali, un cambiamento così radicale e improvviso?

E dire che io, attrezzata con un vero ufficio per lavorare da casa, abituata allo smart working e alle videoconferenze, parto avvantaggiata. Eppure.

Eppure, a fine settimana mi capita di essere stanca, e penso a chi così attrezzato non è, e il sovraccarico lo sente, eccome, perché lavorare da casa è una cosa che non si risolve con una buona rete WI-FI e un PC.

Chi ha un lavoro che si può fare da remoto, certo, ha bisogno di un minimo di attrezzature che probabilmente non ha faticato a reperire, perché è facile che avesse già un PC, una rete WI-FI e un telefonino e che usasse anche “prima” la posta elettronica e una APP per la messaggistica.

Adesso però la vita intera si è spostata online, e tutto quello che si faceva in ufficio adesso si fa davanti ad un computer, dalle riunioni alla spesa quotidiana

Cosa serve in più?

Ciò che ci serve adesso è una buona gestione di noi stessi, attraverso la creazione di uno spazio adeguato, il rispetto dei tempi, l’elasticità per cambiare abitudini.

Adesso più che mai è importante prenderci cura di noi stessi.

Per non lasciarci travolgere, per non fare troppo o troppo poco, per non sentirci alienati

Riflessione numero due:

Ognuno può fare la propria parte

Per fare la mia, ho rinunciato, con fatica, ad alcune abitudini: tra queste al running.

Esco da casa pochissimo e solo se davvero necessario.

Mi sforzo di prendermi cura e di essere presente.

E questo è il senso di questo post e delle dieci “cose belle”

Se c’è qualcosa che posso fare adesso è parlare a chi sente su di sé un carico aumentato di lavoro, che si aggiunge al carico emotivo legato agli eventi della pandemia e alla stanchezza di un immobilismo forzato, per quanto, per tantissimi, comodo e “dorato”.

Si può cambiare prospettiva, approfittare dell’assoluta novità di quel che sta accadendo. Il mondo è stato ribaltato da un evento che se lo vogliamo ci servirà a riflettere e forse ad essere migliori, di sicuro a cambiare noi stessi.

Riflessione numero tre:

A cosa serve

Mi propongo di usare questo tempo sospeso per essere domani un poco migliore di quella che sono adesso

perché osservare gli eventi e le conseguenze, azioni, mutamenti che questi comportano non può che portarmi da qualche parte. Se restassi immobile non sarebbe un vero cambiamento e io ho voglia di vedere dove questi fatti eccezionali possono condurmi.

#andratuttobene

ps quella che vedete in foto è zagara, il fiore profumatissimo del mandarino, e proviene dai giardini che ho sotto casa. L’ho raccolta stamattina. Ecco, il profumo dei fiori che sento al mattino e la sera: un’altra cosa bella da segnare sul mio taccuino <3

Alla prossima!