Che tu sia uno studente o un docente, un ricercatore o un professionista, probabilmente conosci molto bene la parola “burnout”

e sapresti descrivere senza difficoltà il senso di stanchezza mentale e fisica che si prova a causa di un periodo di lavoro lungo e particolarmente impegnativo.

“burnout” significa “esaurito”: si ha letteralmente quando “non c’è più niente da bruciare” (burn=bruciare/out=completamente)

Anche senza arrivare a quella condizione estrema di esaurimento, che può avere conseguenze anche gravi sulla salute,

succede a tutti di dover fare fronte ad un sovraccarico di lavoro

sovraccarico di lavoro

un periodo particolarmente intenso in cui dare fondo a tutte le proprie energie per raggiungere un risultato importante (un esame all’università, l’ultimazione di un progetto in scadenza).

Quando è necessario spingere sull’acceleratore e non possiamo permetterci di restare senza carburante,

possiamo mettere in pratica diverse strategie che ci permettano di ottenere il massimo da noi stessi fino al traguardo senza trovarci con le batterie scariche!

eccone tre

sì al monotasking

fare una cosa alla volta è fondamentale, anche e soprattutto quando le voci sulla tua to-do list sono tante e una più urgente dell’altra!

Seleziona i punti fondamentali della tua lista e regolati per priorità. Se sei in ansia per le tante cose da fare, prenditi un momento per respirare a fondo e riflettere: non puoi fare tutto insieme, meglio dedicare a ogni punto il tempo necessario

to-do list

Non lasciarti distrarre dalle notifiche e dalle e-mail, ma dedicati solo a quello che stai facendo

Ricorda che il multitasking non esiste: quando pensi di occuparti di più cose insieme, in realtà la tua mente non fa che passare velocemente da una all’altra; le conseguenze sono affaticamento psicofisico e errori assicurati!

idratare il cervello

mangia, bevi, dormi a sufficienza

Rifornire il tuo organismo delle energie necessarie ad affrontare la giornata è fondamentale;

saltare i pasti, restare fino a tarda sera davanti al pc e ignorare i segnali che corpo e mente ti inviano nei momenti di superlavoro è controproducente

Se sei tentato di abbreviare (o addirittura saltare) la pausa pranzo per non perdere il focus, pensa che Eisenhower (vedi sotto) si concedeva diverse pause rigeneranti durante la giornata eppure portava a termine i suoi compiti (ed erano compiti ben gravosi!).

Dedica invece al tuo corpo l’attenzione che merita e dagli la benzina che gli serve

fai pasti equilibrati; scegli cibi digeribili e che ti forniscano la giusta energia e snack non elaborati (frutta secca, noci e nocciole, spremute o centrifugati di frutta, cereali)

Non eccedere in caffeina, quello di cui il tuo cervello ha più bisogno per agevolare la concentrazione è l’acqua! Per ricordarti di mantenerti idratato tieni accanto a te una bottiglia d’acqua e un bicchiere.

Dormi a sufficienza e evita di lavorare fino a tardi davanti allo schermo. Le luci del computer e del telefono praticano un’azione di disturbo sulla produzione di melatonina e impediscono al tuo corpo di sentire che è ora di riposare.

“Mangia la rana”

cosa fare prima?

È una delle formidabili frasi di Mark Twain.

“Se il tuo lavoro è mangiare una rana, mangiala come prima cosa al mattino. Se il tuo lavoro è mangiarne due, mangia per prima la più grande”.

La “rana” è il compito nella tua to-do list che più di ogni altro tenderesti a rimandare, perché è noioso, “rognoso”, poco motivante. Mangiare la rana, cioè fare per primo proprio quello equivale a non ritrovarsi più quella nota davanti agli occhi per tutto il giorno, e non solo: fatto quello, l’intera giornata è in discesa!

Fare una cosa per volta, alimentare il motore a dovere e affrontare per prima la parte più spinosa sono strategie per affrontare una situazione di lavoro eccezionale senza che il tuo benessere psicofisico ne risenta troppo

Ma come evitare di arrivare allo stato di emergenza? Te ne parlerò presto!

Alla prossima!

Germana