Rinunciare al cibo spazzatura, smettere di procrastinare o chiudere con la vita sedentaria, sono obiettivi che nella vita un po’ tutti prima o poi ci poniamo, ma che non sempre riusciamo a raggiungere.
Cambiare abitudini non è facile per nessuno e come sai è ancora un po’ più complesso per un ragazzo con DSA.
Come si fa a iniziare una buona abitudine?
Innanzitutto una strategia che funziona in generale è iniziare a guardare le cose da un punto di vista diverso, guardare in positivo alla possibilità di cambiamento più che ai disagi che una vecchia routine ha causato.
A maggior ragione funziona con i ragazzi, specie nel caso di disturbo specifico dell’apprendimento perché questi spesso vivono la scuola come un susseguirsi di giudizi affrettati e passaggi di basso rendimento spesso vissuti come dei veri fallimenti.
Se nello studio – e in generale nelle sue giornate tuo figlio ha mostrato di fare più fatica del previsto, l’insoddisfazione di non vedere risultati proporzionati al suo impegno lo ha portato a concentrarsi più sul proprio disagio che sulla possibilità di una soluzione: per questo è molto utile aiutarlo a cambiare prospettiva.
Non, quindi, “quest’anno hai fatto sempre tardi a scuola” ma l’anno prossimo vogliamo iniziare ad organizzare meglio le giornate, non “basta fare i compiti all’ultimo momento” ma gestiremo meglio le attività, non “sei troppo distratto” ma troviamo nuove strategie perché tu possa concentrarti meglio.
Quando iniziare a parlare di cambiare un’abitudine sbagliata?
Il mio consiglio è di approfittare dei mesi estivi.
Luglio è il mese perfetto per iniziare: non è il caso di buttarsi a capofitto nel voler cambiare una o più abitudini subito dopo la fine della scuola, perché rischieresti di vanificare gli sforzi: siete arrivati stanchi a questo momento e se hai dato ai tuoi figli (e anche a te) un po’ di tregua nella seconda quindicina di giugno, adesso è tempo di mettersi all’opera!
Se durante quest’anno scolastico hai notato qualche criticità che non vuoi che si riproponga l’anno prossimo, l’estate è un buon momento per iniziare nuove buone abitudini, perché le attività tue e di tuo figlio sono ridotte, la mente è più sgombra e avete entrambi più tempo per usare la fantasia e affrontare con serenità ciò che non vi piace più, per imboccare una nuova strada da inventare insieme con nuove strategie.
Come fare? Da dove iniziare?
La prima cosa è sederti a fare due chiacchiere con tuo figlio per capire cosa non ha funzionato: cosa non ha dato i risultati sperati, ha causato maggiore stress, ha consumato energie, e farlo con il metro positivo di cui ti parlavo qui sopra.
Prova a ripercorrere insieme a lei o lui le giornate tipo dell’anno scolastico appena concluso per osservare quali sono gli aspetti che potreste cambiare, in modo da facilitarvi la vita e soprattutto facilitare il suo ruolo di studente!
Il nemico numero uno: il tempo
È molto probabile che molti dei problemi che emergeranno dalla vostra chiacchierata saranno in qualche modo riferibili al tempo: tuo figlio ha fatto spesso tardi al mattino, si è ritrovato a fare i compiti all’ultimo momento, si è trovato impreparato ad un compito perché è andato in piscina o, al contrario, ha dovuto rinunciare al tempo libero per dedicare più tempo allo studio.
Chiediti e chiedigli: cosa possiamo fare per cambiare le cose? Che strategia vogliamo usare?
Se non hai ancora letto l’articolo del mese scorso di Emanuela Tirabassi, fallo adesso: trovi diversi spunti interessanti
L’apprendimento, in particolare nei ragazzi con DSA, trova grande beneficio in una strategia organizzativa. Questa non deve mai essere intesa come una serie di regole o indicazioni tout court: per dare buoni frutti l’organizzazione deve partire da un’osservazione di ciò che c’è ed essere portatrice di emozioni positive, che costituiscono terreno fertile per l’apprendimento.
Ti suggerisco di percorrere una strada semplice per spiegare cosa hai intenzione di proporgli: puoi spiegargli innanzitutto che per rinunciare ad una cattiva abitudine un modo furbo è sostituirla con una nuova, buona abitudine. L’esempio funziona sempre, quindi ad esempio puoi raccontargli di come hai smesso di fumare iniziando uno sport.
Le neuroscienze, in diversi studi – dimostrano che è esattamente questo che succede nel nostro cervello: il percorso neuronale dettato dalla vecchia abitudine continua ad esistere ma ne creiamo uno del tutto nuovo.
Ecco perché è facile, specie all’inizio, ricadere “in tentazione” ed ecco perché ci vuole del tempo prima che una nuova buona abitudine sia consolidata.
Tuo figlio sarà motivato a cambiare se dopo che avrete parlato insieme dei momenti critici vi confronterete su un cambio di passo, l’importante è condividere l’idea e la voglia di cambiare percorso, mettersi in un nuovo cammino e farlo insieme rende tutto più leggero!
Spiega a tua figlia o a tuo figlio che, proprio come per il nostro cervello, all’inizio la tentazione di prendere la vecchia strada sarà forte ma se insistiamo con fiducia, più percorriamo il nuovo viottolo, più quello vecchio diventerà una stradina polverosa che alla fine non prenderemo più, perché non rispecchia quello che siamo, non ci serve più!
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